L'infermiera di Chansey

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. .Human ?!
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Secondo una leggenda che viene di rado raccontata, la piccola isola davanti la costa dell'Isola Cannella era una volta un'attrazione turistica. L'isola era chiamata "Festival Island". Su qualunque mappa odierna si guardi, essa è senza etichetta e di dimensioni minori rispetto all'isola originale. Si dice che l'esplosione che generò Mewtwo fece fuggire o uccise tutti i Pokémon che abitavano l'isola e che tutte le persone che una volta la visitavano non ci ritornarono mai più; anche il Centro Pokémon è abbandonato.
    Il Lapras di Katie era molto stanco: avevano percorso parecchia strada sin dal mattino. Katie e il suo amato Lapras avevano lasciato la loro casa a Tangelo Island di mattina presto. Lei si era presa una pausa di due mesi dall'allenare Pokémon dopo aver battuto la Lega delle Isole Orange ed ora era diretta a Kanto. Fortunatamente, Katie avvistò un'isola dove lei e il suo Lapras potessero passare la notte.

    Katie balzò giù dal suo Lapras e tirò fuori la sua Pokéball. Camminò verso di lui e lo accarezzò sulla testa; "Ottimo lavoro, Lapras". Lapras, esausto, mugolò alle carezze di Katie; "Riposati, Lapras. Domani raggiungeremo Kanto". Detto questo, richiamò Lapras nella sua Pokéball. Rimise la Pokéball in tasca e osservò il bellissimo tramonto sopra il mare. Dopo che il sole scomparve sotto l'orizzonte, decise di avventurarsi all'interno della foresta: Katie aveva realizzato che, se avesse raggiunto l'altro lato dell'isola entro il mattino, Lapras avrebbe dovuto percorrere meno strada per raggiungere Kanto.

    La foresta era stranamente silenziosa; l'unico suono era quello dei passi di Katie.

    "C'è nessuno?" chiese, ricevendo come unica risposta l'eco della sua voce. "Hey! C'è nessuno?" chiese di nuovo; e di nuovo le rispose solo l'eco della sua voce.

    Katie continuò a camminare, spostando le erbacce sulla sua strada mentre seguiva un vecchio e sporco sentiero. Presto raggiunse un bivio nel mezzo della foresta. C'era un cartello che puntava verso Ovest su cui era scritto "Porto", coperto dalla scritta "Chiuso" in vernice rossa, ormai sbiadita. Al cartello che puntava verso Est mancavano alcune lettere, ma la scritta "Poké" era chiara. Sotto i due cartelli vi era un pezzo di cartone molto vecchio che, nonostante l'inchiostro fosse gocciolato, recitava: "Torna indietro ora". Katie riflettè per un secondo e decise di dirigersi al porto.

    Non fu una lunga camminata, ma quando uscì dalla foresta fu chiaro che il porto non era un luogo sicuro. C'era una cancellata chiusa con delle catene con un cartello con scritto "Pericolo: alta tensione" che negava l'accesso a quel che rimaneva del porto. Qualcosa provocò un rumore tra i cespugli e Katie si voltò di scatto. Il rumore cessò. Ora veniva da altri cespugli e Katie si voltò appena in tempo per vedere un piccolo Nidoran con una sola gamba anteriore e una sola gamba posteriore passarle accanto zoppicando e passare sotto la cancellata. Il Nidoran non rimase folgorato al contatto. Era chiaro che non c'era elettricità. Osservò il Nidoran finché non scomparve alla sua vista.

    Katie tornò indietro fino al bivio e questa volta prese il sentiero che portava ad Est. Era malandato e coperto di erbacce come il primo sentiero. Si autoconvinse che i versi di Pokémon che sentiva erano solo la sua immaginazione e che i rumori tra i cespugli erano dovuti al vento. Di tanto in tanto vedeva delle ombre di Pokémon attraversare il suo cammino, ma erano sempre deformate o irriconoscibili per qualche motivo.

    La prima ombra assomigliava a un Poliwirl con due stomaci, la seconda risembrava un Magikarp con quattro zampe. Ormai vedeva un'ombra ogni pochi passi e più si addentrava nella foresta più ombre incrociavano il suo cammino. Continuava a sentire versi di Pokémon, ma c'era qualcosa di strano in essi. Estrasse il suo Pokédex, ma questi non riconobbe quei versi. Per Katie era una prova evidente del fatto che la sua immaginazione stesse distorcendo il suono del vento.

    Il sentiero la condusse in una piccola area dove sorgevano tre costruzioni che sembravano abbandonate e da cui partiva un altro sentiero che si riimmergeva nella foresta. La prima costruzione sembrava un Municipio abbandonato; le scale che portavano alla porta erano crepate e pronte a collassare da un momento all'altro. Tutta la costruzione era ricoperta di erbacce, porte e finestre sbarrate e una fontana con una statua di un Mr. Mime e un Jinx che si baciavano era frantumata e cadente.

    Accanto al Municipio, vi era una costruzione che sembrava ancora più vecchia e malandata. Le erbacce erano tanto fitte da aver sigillato la porta, il tetto era crollato e tutto ciò che era leggibile del cartello davanti la porta era "estr". Katie ripulì parte del cartello e lesse:

    "Palestra di Festival Island"

    "Medaglia Conchiglia: medaglia del coraggio e del divertimento"

    C'era altro. Katie ripulì il resto del cartello. Con un pennarello rosso era stato scritto:

    "R.I.P. Festival Island"

    Katie rimase immobile per un minuto; continuava a sentire gli stessi rumori che sentiva nella foresta. Si diresse alla terza costruzione, la meno danneggiata. Era cosparsa di muschi e sporco, ma a differenza delle altre era accessibile, dato che mancava la porta principale. Katie era in procinto di andarsene quando sentì dei passi venire dall'interno della struttura. Diede un'occhiata all'interno. Una grossa figura ovale camminò verso di lei.

    "Chansey" disse la figura. Il verso di Chansey era normale, ma aveva una nota di tristezza in sè. Anche al buio riusciva a capire che era un Chansey, ma appena fu abbastanza vicina notò che aveva la tasca vuota. "Chanse, Chanse" mugolò.

    Katie si avvicinò al povero Chansey, ma non appena fu molto vicina, quello la afferrò e la trascinò dentro. Il pavimento del Centro Pokémon era sporco, le finestre non avevano vetri, la macchina per curare i Pokémon era abbandonata e piena di ragnatele, così come il computer all'angolo. Il passamano delle scale aveva bisogno di riparazioni, il Centro era illuminato da candele sparse sul pavimento e sui mobili e la cera con cui alcune candele erano state attaccate alle mura colava fino a terra. Chansey portò Katie alla fine di un corridoio con molte entrate senza porte. Katie sbirciò all'interno di ogni stanza mentre passava; ogni stanza era un'infermeria piena di uova pronte a schiudersi.

    Chansey condusse Katie all'interno di una stanza più piccola delle infermerie, con teche di vetro distrutte e vuote e un tavolo con sei sedie intorno. Chansey si sedette e invitò Katie a fare altrettanto. Nonappena Katie si fu seduta, Chansey estrasse un blocco note, scrisse su di esso e lo passò a Katie.

    "L'infermiera Joy mi ha insegnato a scrivere", diceva.

    Katie rimase sbalordita da quanto fosse chiara la scrittura e guardò Chansey.

    "Bella scrittura, piccolo", disse Katie rivolta a Chansey, riuscendo a sorridere.

    Chansey riprese il blocco note, girò pagina e scrisse; infine, lo ripassò a Katie.

    "Sai dove sei?", diceva. Chansey sorrideva, ma il suo sorriso non riusciva a nascondere la sua preoccupazione.

    "Beh. No, so di essere a Festival Island, ma sono qui solo per passare la notte con i miei Pokémon, ma domani noi...", Katie si interruppe vedendo Chansey ricominciare a scrivere.

    "Pokémon? Dove sono?", diceva.

    "Li tengo nelle loro Pokéball", rispose Katie.

    Chansey scarabbocchiò in fretta qualcosa e passò il blocco note a Katie.

    "Posso vederli?", lesse Katie ad alta voce. Esitò e fissò Chansey, ora serio.

    "Uhm... Certo...". Katie prese una Pokéball dalla sua tasca e la consegnò a Chansey. Chansey girava la Pokéball, studiandola da tutti i lati, poi la appoggiò sul tavolo e prese di nuovo il blocco note. Katie rimise la Ball in tasca.

    "E' da molto tempo che non vedo una Pokéball. E' da molto tempo che non vedo una persona", scrisse Chansey, turbata.

    "Cos'è successo all'isola?", chiese Katie.

    Chansey iniziò a scrivere in fretta, riempiendo diverse pagine e passando infine il blocco note a Katie.

    "Tempo fa quest'isola era piena di vita e veniva chiamata "Festival Island" perché le persone da tutta l'Isola Orange e a volte da Kanto venivano per le parate e i festival settimanali. Questo finché un giorno non ci fu un boato enorme. Tutte le uova che erano in infermeria si rovinarono e quando si schiudevano i Pokémon non erano normali. Clefairy nati senza occhi, Charmender con bulbi al posto delle code di fuoco, Magikarps con quattro zampe e la lista continua. Presto si venne a conoscenza dei Pokémon deformati e nessuno tornò più su quest'isola. Anche l'Infermiera Joy se ne andò, perché non poteva sopportare la vista di tanti Pokémon sofferenti. I Pokémon continuano a riprodursi e ogni volta che trovo un uovo e lo porto qui per farlo schiudere, un terzo nascono morti e il resto sono tutti deformati".

    Da un'altra stanza arrivò il suono di campanelle. Chansey si mise in piedi in fretta, afferrò Katie per la mano e la trascinò nel corridoio, diretta alla stanza dalla quale veniva il rumore.

    "Che sta succedendo?", chiese Katie.

    "Chan, chanse", rispose Chansey.

    "Non capis...", stava per dire Katie. Ma poi capì.

    Chansey l'aveva portata in una delle infermerie. Una fila di otto uova si muoveva avanti e indietro, facendo suonare le campanelle sotto di loro. Le uova si stavano schiudendo. Chansey si diresse verso una delle uova non appena cominciò a creparsi. Un piccolo Machop senza gambe e con tre occhi uscì dall'uovo; fece un suono stridulo, chiuse gli occhi e si accasciò. Era morto. L'uovo che si schiuse dopo era un Rattata; era senza occhi e aveva un solo orecchio in cima al capo. Saltò giù dal tavolo e cominciò a strusciarsi contro la gamba di Katie. Almeno era vivo. L'uovo successivo era un altro Rattata. Questo sembrava normale, ma poi Katie notò che non aveva coda e aveva più arti. Tre nacquero senza difetti, ma erano morti. Un Pidgey nacque con le ali rivolte verso l'alto, rendendo impossibile volare, le zampe al contrario, rendendo impossibile camminare, e il cuore fuori dal petto. Poi nacque un Bulbasaur senza occhi e il bulbo sulla pancia. L'ultimo Pokémon della fila fu uno Psyduck con quattro zambe su un lato e la testa sulla schiena. Rotolò sul tavolo prima che Chansey lo raccogliesse e lo mettesse nel suo marsupio. Raccolse il Pidgey e il Bulbasaur e li porse a Katie. Prese poi i due Rattata e corse fuori.

    "Dove stai andando?", chiese Katie trasportando i due Pokémon mentre seguiva Chansey attraverso la sala principale. I Pokémon tra le sue braccia facevano versi distorti.

    "Chan Chans", rispose Chansey senza voltarsi e correndo su per le scale.

    Katie la seguì di sopra. Al secondo piano vi erano dozzine di letti e ogni letto aveva una candela di fronte e una di dietro. Le candele accese custodivano tra di loro Pokémon appena nati.

    Camminando tra i letti, Katie vide Pokémon con ogni tipo di deformità. Weedle con zampe di Beedrill. Arbok a due teste. Jigglypuff mancanti di metà del loro corpo. Chansey indicò a Katie due letti e lì vi depose il Bulbasaur e il Pidgey. Chansey riprese il blocco note.

    "Qui è dove i Pokémon muoiono. Alcuni riescono a crescere abbastanza forti da poter scendere dai loro letti e uscire dal Centro, ma spesso qui è dove le loro vite si spengono. Mi aiuterai a seppellire i quattro che sono nati morti stanotte?". Katie restituì il blocco a Chansey e annuì con decisione.

    Tornarono giù nell'infermeria, raccolsero i Pokémon morti e li portarono fuori, dietro il Centro Pokémon. Vi erano tre pale appoggiate contro il muro del Centro. Ne presero due e cominciarono a scavare altre buche tra le centinaia già presenti. Appoggiarono dolcemente ogni Pokémon nelle tombe poco profonde e le richiusero con la terra. Quando ebbero finito, rimisero le pale al loro posto e si sedettero su una collina poco lontana per vedere l'alba.

    "Grazie", diceva il blocco note che Chansey passò a Katie nonappena ebbero raggiunto il punto più alto della collina.

    "Di nulla", rispose Katie, restituendo il blocchetto.

    Il sole tingeva il cielo di arancio.

    "Sai, Chansey...", disse Katie rivolgendosi a Chansey. "Se vuoi lasciare quest'isola, mi farebbe piacere averti nella mia squadra".

    Chansey scarabbocchiò la sua risposta nel blocco note.

    "No, devo restare qui per i Pokémon. Se li abbandonassi non avrebbero più nessun'altro"

    "Capisco", sorrise Katie. Chansey sorrise a sua volta. Scrisse un'ultima nota nel suo blocchetto, lo strappò e lo porse a Katie.

    "Non dimenticarmi".

    Katie piegò il foglietto e lo mise nella sua borsa. Abbracciò Chansey, poi scese la collina e salutò con la mano. Chansey osservò Katie dirigersi verso l'altro lato dell'isola.

    In pochi minuti Katie raggiunse la spiaggia. Kanto era così vicina da essere visibile a occhio nudo. Diede un ultimo sguardo all'isola.

    Richiamò il suo Lapras. Katie sorrise con affetto. Salì in groppa al suo amato Pokémon e i due ripresero il loro viaggio.
     
    Top
    .
0 replies since 22/6/2012, 19:35   43 views
  Share  
.